Il tema dell'Unzione

    Il frammento marciano 7Q5 č stato recentemente identificato con Mc 6, 52-53 e datato su base archeologica prima del 50 : tale scoperta conferma la tradizione cristiana del II secolo, che vuole il Vangelo di Marco redatto a Roma sulla base della predicazione di Pietro all’inizio del regno di Claudio. Questi elementi permettono di riprendere, capovolgendola, l’ipotesi del Preuschen, nel senso che non fu Marco a imitare Petronio, bensě Petronio a parodiare Marco.

E’ opportuno presentare in visione sinottica i due passi di Petronio e di Marco in questione, riportando in corsivo le congruenze piů strette : in Petronio, durante la cena, dopo aver fatto recare del vino, con cui saranno lavate le sue ossa, e dell’unguento, Trimalcione apre un’ampolla di nardo ed unge i convitati, prefigurando la propria unzione funebre ed invitando gli ospiti a considerare il pasto come un banchetto funebre.

Nell’Unzione di Betania secondo Marco, mentre Gesů si trova a mensa, una donna con un vaso di alabastro di nardo genuino prezioso, lo rompe per versare l’unguento sul capo di Gesů e Cristo dice di lei : “Ha unto in anticipo il mio corpo per la sepoltura”. Infatti, dopo la morte di Gesů, le pie donne acquisteranno olii aromatici per ungerne il corpo del Sepolto.

Satyr.77,7: Profer unguentum…” ; 78,3-4: Ampullam nardi aperuit omnesque nos unxit… . Spero …futurum ut aeque me mortuum iuvet tamquam vivum… . Putate vos…ad parentalia mea invitatos esse”.

Mc.14,3 : katakeimeénou aučtou^ ...     čAla@bastron mu@rou na@rdou pistikh^v polutelou^v...   Suntri@yasa th@n ačla@bastron kate@cen aučtou^ th^v kefalh^v ; 14,8 : Proe@laben muri@sai to@ sw^ma@ mou eičv to@n ečntafiasmo@n ; 16,1 :  čHgo@rasan ačro@mata iŕna ... ačlei@ywsin aučto@n.

    Circa l’Unzione di Betania, vale la pena di considerare che l’episodio č riportato in tutti i Vangeli, secondo versioni parzialmente differenti : colpisce perň il fatto che Petronio sembra aver avuto presente proprio la versione marciana, la quale si discosta dalle altre tre anche per quanto riguarda il particolare che concerne l’unguento. Marco menziona, infatti, un vasetto d’unguento contenente nardo (ačla@bastron mu@rou na@rdou), il che non viene specificato né in Matteo né in Luca, i quali parlano semplicemente di un “alabastro d’unguento”, con l’aggiunta da parte di Matteo che esso č prezioso. Soltanto Giovanni, oltre a Marco, precisa che si tratta di nardo, tuttavia l’espressione giovannea diverge dalla marciana in quanto non vi si fa cenno ad “alabastri” o “vasetti”, bensě ad una “libbra” di nardo. Pertanto, la versione di Marco risulta la piů vicina al testo di Petronio, che menziona un’ampolla di nardo. Questo puň dunque essere un elemento indicativo, tanto piů se si considera che il nardo, ben noto nel mondo romano soprattutto in ambito conviviale, dove si usava cospargerne le chiome e le ghirlande (Ovidio, Orazio, Tibullo, Properzio, Plinio e Marziale lo citano innumerevoli volte), non compare, in autori contemporanei o precedenti rispetto a Petronio, in contesti che alludano in qualche modo ad esequie e morte. L’invito rivolto da Trimalcione ai presenti a considerare l’unzione con il nardo una prefigurazione della sua sepoltura sembra quindi veramente in Petronio un’allusione al racconto di Marco. Queste osservazioni acquistano maggior rilievo considerando il contesto in cui si collocano i passi appena analizzati in confronto sinottico con Marco.

 

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