Gli edifici adibiti ai divertimenti

Ricostruzione del Circo Massimo

   Gli imperatori, nel loro desiderio di rendere Roma la città più bella del mondo, non potevano dimenticare gli edifici destinati al divertimento: questi furono tanto numerosi quanto quelli del potere e quelli cultuali e denotarono con la loro presenza il paesaggio urbano dell'Urbe. Prima dell'avvento del principato a Roma esisteva un solo teatro stabile in pietra, quello di Pompeo. Augusto fece costruire quello cosiddetto di Marcello e quello di Balbo. Per la città furono sufficienti, tanto che Domiziano vi fece aggiungere semplicemente un Odeon, all'uso Greco, sul Campo di Marte. La depressione tra il Palatino e l'Oppio venne sistemata in forma circolare e vi fu collocato un immenso ippodromo da 200000 posti, il Circus Maximus. Quest'ultimo fu sempre posto in manutenzione con estrema cura e servì egregiamente alla sua funzione per tutto il periodo dell'Alto Impero: in effetti, il Circo Massimo era il luogo in cui la popolazione poteva far sentire la propria voce all'imperatore, che vi possedeva una tribuna. Roma disponeva di altri Circhi, il Circus Flaminius di epoca repubblicana ed il Circus Gai et Neronis, costruito sulla riva destra del Tevere. Quest'ultimo, tuttavia, sembra essere stato un edificio privato. Gli spettacoli di combattimenti tra gladiatori, tanto amati dai cittadini di Roma, avevano luogo negli anfiteatri: Augusto fece edificare quello che porta il nome di Statilius Taurus, sul Campo di Marte. Il più importante, tuttavia, fu l'anfiteatro Flavio, detto anche Colosseo, la cui costruzione fu iniziata da Vespasiano sopra i resti della parte centrale della Domus Aurea. Questa enorme arena poteva ospitare al suo interno fino a 75000 spettatori ed era collegata con un passaggio sotterraneo alle caserme dei gladiatori, il Ludus Magnus, dove si allenavano gli uomini che poi erano chiamati a combattere. 

Ricostruzione del Colosseo

    Per i concorsi ginnici, Roma fu sempre mal provvista di edifici ad essi adibiti, perchè questo genere di spettacoli non interessava molto i cittadini dell'Urbe. Bisognò aspettare un imperatore filoellenico come Domiziano perchè Roma avesse uno stadio permanente per le corse, per il pugilato e per i lanciatori. Quest'ultimo venne costruito nel Campo di Marte (sullo spazio oggi occupato da Piazza Navona) e poteva ospitare 30000 spettatori.

Indubbiamente, i Romani preferivano fare esercizio fisico nelle terme pubbliche: queste ultime furono numerose sotto Augusto, che concesse la possibilità ad Agrippa di edificare le prime terme pubbliche a Roma sul Campo di Marte. Ogni imperatore che gli succedette volle poi sfruttare la possibilità di ingraziarsi i cittadini con la costruzione di ulteriori edifici termali: vi furono così le terme di Nerone, di Tito (queste ultime sfruttavano i bagni della Domus Aurea), di Traiano (che sfruttavano i giardini sull'Oppio ed una parte della Domus Aurea, con una superficie totale che superava quella delle terme di Agrippa), e quelle di Caracalla, che furono decisamente le più monumentali, essendo destinate ad ospitare fino a 1500 clienti nello stesso momento ed essendo altresì dotate di un apparato decorativo senza eguali. 

Non mancavano nella capitale i luoghi in cui cercar rifugio dalla confusione e dal traffico delle vie: portici e giardini decoravano l'Urbe e l'apprezzamento di cui godevano era ulteriormente rinforzato dalla presenza di opere d'arte, sculture e pitture, che li decoravano. Tali monumenti erano spesso parte dei ricchi bottini riportati dalla Grecia e dall'Oriente ed erano a piena disposizione del pubblico perchè fossero ammirati.

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