Pisistrato e Clistene

 

 

    Nel 560 a.C. Pisistrato si impadronisce del potere e diventa tiranno, ma viene successivamente esiliato in Tracia. Nel 546 riesce tuttavia a tornare ad Atene e governa saggiamente fino al 527, anno in cui gli subentrano al potere i due figli Ippia ed Ipparco. Quando Ipparco viene ucciso in una congiura ordita dai due tirannicidi Armodio ed Aristogitone, il fratello Ippia scatena una feroce repressione. Nel 510, tuttavia, Ippia viene cacciato da Atene e gli aristocratici tornano al potere. 

    Nel 508 Clistene sgomina a sua volta gli aristocratici ed avvia nuove riforme: per prima cosa la popolazione viene ripartita in 10 tribų costituite da demi provenienti da diversi punti dell'Attica, favorendo in tal modo un certo "rimescolamento". In secondo luogo, da ogni tribų 50 cittadini eletti andarono a formare la Bulč dei 500, suddivisa in 10 pritanėe di 50 membri. Infine venne introdotta la pratica - destinata a diventare famosa - dell'ostracismo, con il quale l'assemblea poteva decretare con "scrutinio segreto" l'espulsione dalla cittā di un membro particolarmente scomodo, a condizione che il suo nome comparisse inciso su almeno 6000 cocci di terracotta - ostrakon, da cui il nome - che venivano utilizzati in luogo di quelle che oggi sono le schede elettorali. Si discute, tuttavia, se 6000 fosse il quorum piuttosto che il numero di voti necessari a decretare l'esilio. 

    Dopo la riforma di Clistene, Atene appariva organizzata nel seguente modo: l'Ecclesia, suddivisa nelle 10 tribų, eleggeva i 9 arconti che, al termine del proprio mandato, andavano a formare l'Areopago; sorteggiava poi tra i propri membri la Bulč dei 500 (suddivisa in 10 pritanėe di 50 membri, in modo che ogni pritanėa governi per un decimo dell'anno) e l'Eliea, cioč il tribunale popolare. Il comando dell'esercito, cui ogni tribų contribuiva con un proprio contingente, era infine affidato a 10 strateghi.

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