Conseguenze delle Guerre Persiane

UN OSTRAKON PER TEMISTOCLE

    Nel 477 a.C., allo scopo di prevenire un'ulteriore spedizione dei Persiani alla conquista del suolo greco, venne organizzata una raccolta di contributi comuni che prese il nome di Lega di Delo, alla cui guida venne posto l'ateniese Aristide. Pausania, che ancora controllava personalmente, dopo la vittoria su Mardonio, l'Asia Minore, venne richiamato in patria perchè era ormai ritenuto troppo potente. Quando gli venne rivolta l'accusa di tradimento, egli cercò rifugio nel tempio di Atena, dove però venne rinchiuso e lasciato morire di fame. Temistocle, che era stato in ottimi rapporti con Pausania, alla morte di quest'ultimo finì in rovina. 

    Così, alla sua uscita di scena, fu Cimone, figlio di Milziade, a divenire la figura di riferimento più autorevole per la vita politica di Atene. Nel 465 a.C. Cimone guidò una spedizione vittoriosa contro la flotta persiana, che fu distrutta presso le foci dell'Eurimedonte. Tuttavia, la lealtà di Cimone verso la città di Sparta segnò la fine della sua carriera politica. Nel 464 a.C., infatti, uno spaventoso terremoto colpì Sparta e gli iloti ed i Messeni ne approfittarono per entrare in una rivolta di notevoli dimensione, cui fu posto nome di terza guerra messenica. La città di Atene, guidata da Cimone, corse in aiuto degli spartiati, nel nome dell'alleanza che aveva legato le due città solo pochi anni prima per fronteggiare la minaccia persiana. Sparta, tuttavia, rifiutò l'aiuto, poichè temeva che gli Ateniesi si potessero alleare con i ribelli di Messene. Ad Atene il rifiuto di Sparta suonò come un affronto e l'alleanza che legava le due città venne infranta. Al suo ritorno ad Atene nel 461 a.C., Cimone venne colpito da ostracismo. 

    Nel 462 a.C. il democratico Efialte tolse all'Areopago ogni potere, tranne la facoltà di giudicare i delitti di sangue. Nel 461, infine, Pericle introdusse le seguenti riforme: innanzitutto varò un'indennità giornaliera per chi svolgeva pubbliche funzioni - fino a quel momento i cittadini che si occupavano di incarichi politici dovevano mantenersi a proprie spese, sottraendo dal proprio salario lavorativo parecchie giornate, spese per ottemperare ai propri onerosi obblighi di presenza -, inoltre stabilì che anche gli zeugiti potessero accedere alla carica di arconte.

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