L'Editto di Milano

 

Nel 313 Licinio e Costantino, rimasti padroni dell’impero, si incontrarono a Milano e in tale occasione venne promulgato il celebre Editto che concedeva la piena libertà di culto ai Cristiani e prevedeva la restituzione di tutti i beni loro confiscati.  Per ingraziarsi Costantino, vista la contingenza sfavorevole della guerra, persino Massimino Daia concesse lo stesso anno un editto per restituire piena libertà di culto ai Cristiani che fino a quel momento si era impegnato a perseguitare.

L’Editto di Milano, comunque, costituì solo una fase transitoria nei rapporti fra impero e Cristiani e, pochi mesi dopo la sua stesura, già Licinio e Costantino si trovavano in disaccordo : per il primo, infatti, tale concessione era la massima possibile da parte dello Stato ; per il secondo, invece, si trattava solo di una base di partenza in vista di più ampie agevolazioni nei confronti dei Cristiani.

Tale Editto concesse per la prima volta la possibilità di scegliere come propria religione quella cristiana, come afferma anche Lattanzio ( “pro arbitrio suo atque ut isdem erat libitum” ), e tolse al paganesimo il valore di religione di stato. Costantino stabilì che fossero non solo restituiti ai Cristiani i beni confiscati, ma che fosse anche garantito loro un risarcimento per i danni subiti.

Resta ancora poco chiaro quale fu il motivo scatenante che portò Costantino ad aderire al Cristianesimo : almeno nei primi anni dopo la cosiddetta conversione del 312, l’imperatore rimase sostanzialmente tollerante nei confronti delle religioni solari, ne accettò i simboli sull’arco concessogli dal senato e sulle monete fino al 327 .

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