Dal greco al latino

 

La degenerazione delle forme di governo (Aristotele, Etica Nicomachea, 1160a - 1160b )

Testo originale

Reipublicae genera regnum et hoc quod ab optimatibus ducitur, tertium vero, quod sua voce ab honoribus genus reipublicae appellatur «in quo ex honore cives aestimantur (timocratia)», plerique «in quo cives potestatem habent (politeia)» appellare solent. Ex iis vero regnum optimum, timocratia pessimum. Transgressio autem regni tyrannis: cum vero utrumque unius imperium sit, maxime differunt ; tyrannus vero quod sibi utile sit petit, rex autem quod subiectis; respublica transit autem a regno ad tyrannidem : tyrannis enim deterior ratio est regni, pravusque rex tyrannus fit. Ab aristocratia ad oligarchiam (ab hoc quod ab optimatibus ducitur ad hoc quod a paucis) malitia eorum qui rempublicam gerunt transitur, si urbis bona contra virtutem tribuunt, sibi vero optimum quodque, semperque iisdem honores, quia maxime se divites esse habent. Pauci ergo potestatem habent, et pravi pro maxime modestis. A timocratia quidem ad democratiam transitur: similia haec enim. Etiam vero timocratia multitudinem esse vult, atque pares omnes eos qui in honoribus sint esse.

Tre sono le forme di governo: il regno, l’oligarchia ed un terzo genere che prende il suo nome dagli onori, la timocrazia, che i più sono soliti chiamare “governo dei cittadini”. Tra questi, il regno è la forma migliore, il governo dei cittadini la peggiore. La degenerazione del regno è la tirannide: benchè entrambi siano il governo di un solo uomo, non possono essere maggiormente differenti. Il tiranno, infatti, persegue quanto gli è utile, mentre il re quanto è utile ai sudditi. IL governo dunque passa da regno a tirannide: il tiranno infatti è la versione deteriore del regno ed il tiranno è un re malvagio. Dall’aristocrazia si passa all’oligarchia (ovvero dalla forma di governo controllata dai migliori a quella controllata da pochi)  per colpa della malvagità di coloro che controllano lo Stato, se attribuiscono i beni della città contro il valore e per sé si spartiscono il meglio e tutte le cariche sono date sempre agli stessi, perché ritengono di essere i più ricchi. Così, pochi possono avere accesso al potere – e sono i malvagi al posto dei cittadini più modesti. Dalla timocrazia infine si passa alla democrazia: sono infatti forme di governo simili. Anche la timocrazia vuole che vi sia una moltitudine di gente al potere e che tutti coloro che sono al potere siano pari.

 

 

Forme di governo e rapporti familiari (Aristotele, Etica Nicomachea, 1160 b24 – 1161 a9 )

Testo originale

Habet vero consortium patris cum liberis suis regni speciem: patri enim liberi sui curae sunt; abhinc et Homerus Iovem patrem salutat: regnum enim paternum imperium esse vult. Apud autem Persas tyrannicum imperium patris: utuntur enim liberis ut servis. Tyrannicum vero est etiam domini imperium erga servos: domini commodum in hoc fit; hoc tamen iustum videtur, Persicum quidem erratum: diversa enim imperia eorum qui diversi sunt. Viri autem mulierisque consortium aristocratia videtur: vir enim virtute sua potestatem habet in hoc quod necesse virum gerere. Quod quidem mulieri decet, ei relinquunt. Omnia autem dominans, vir ad paucorum dominationem (oligarchiam) migrat: hoc contra virtutem facit et enim haud ubi melior. Interdum vero potestatem mulieres, ad quas hereditas universa pertineat, habent: imperium quidem non e virtute, sed e vi et ex opibus fit, ut vero in oligarchiis. Timocratiae similis autem fratrum consortium: pares enim, praeter quantum aetatis inter eos interest. Ergo, si nimis interest, amicitia numquam fraterna fit. Democratia maxime fit in domibus quae sine domino sint (ubi enim omnes pares) vel ubi dominus aeger et omnibus auctoritas sit.

Il rapporto del padre con i suoi figli ha l’aspetto di un regno: ad un padre stanno infatti a cuore i propri figli; di qui il fatto che anche Omero saluti Zeus “padre”. Infatti il regno vuole essere nelle intenzioni un potere paterno. Invece presso i Persiani il potere del padre è tirannico: si servono infatti dei figli come fossero schiavi. E tirannico è pure il potere dei padroni esercitato sugli schiavi: si fa quanto vuole il padrone; è questo almeno pare giusto, ma il modo di farlo dei Persiani è sbagliato: diversi infatti sono i poteri per popoli che sono diversi. Il rapporto tra marito e moglie, invece, assomiglia all’aristocrazia: l’uomo, infatti, grazie al suo valore ha potere in tutte le mansioni che è necessario che un uomo svolga. Lasciano tuttavia alla moglie ciò che si addice ad una donna. Se ha potere su tutto, però, l’uomo passa all’oligarchia: compie quest’azione contro il proprio valore e non infatti quando è meglio. Ma a volte sono le donne alle quali spetti tutta l’eredità ad avere il potere: in questo caso il potere discende non dal valore, ma dalla forza e dai mezzi economici, come nelle oligarchie. Invece il rapporto tra fratelli assomiglia alla timocrazia: sono infatti pari, se non per la differenza di età che intercorre tra uno e l’altro. Così, se c’è troppa differenza, l’amicizia non è mai fraterna. La democrazia si realizza al più alto grado nelle case che siano senza un padrone ( dove infatti tutti sono pari ), oppure dove il padrone è malato, e l’autorità è in mano a tutti.