Aristotele

 

 

Aristotele, De Caelo, 293 a 17 - 27

La posizione del pianeta Terra

Testo originale

De autem positione eius ( Terrae ) haud vero omnes eadem existimant, sed cum plurimi – qui caelum totum finitum esse adfirmant – eam in medio stare affirmentur, contra tamen qui Pythagorei appellantur per Italiam viventes dicunt : in medio enim Ignem stare statuunt, Terramque, quae una ex stellis est, circumductam circum centrum suum, diem atque noctem facere. Praterea alteram docent Terram hanc adversum esse, quam Terram antipodum appellant, quia neque causas neque rationes ad perspicua petunt, sed perspicua ad rationes quasdam eorum et ad opiniones trahunt atque omnia recte disponere conantur.

 

Non tutti, d’altro canto, concordano sulla sua posizione ( della Terra ), anzi, mentre i più – quanti affermano che il cielo è interamente racchiuso da precisi confini – affermano che essa è collocata in posizione centrale, al contrario i Pitagorei che vivono in Italia hanno un’opinione differente: affermano infatti che nel mezzo vi stia un Fuoco e che la Terra, che è solo una delle stelle, crei il giorno e la notte girando attorno al suo centro. Inoltre spiegano che esiste una seconda Terra opposta a questa, che dicono “Terra degli antipodi”, poiché non cercano di rapportare né cause né ragionamenti alle osservazioni, anzi rapportano le osservazioni a certe loro formulazioni logiche, e le adattano alle loro pinioni, e tutto vogliono disporre secondo un ben preciso ordine.

 

Aristotele, De Caelo, 293 a 27 - 293 b 4

Terra o fuoco al centro dell'universo?

Testo originale

Plerisque vero atque multis non necesse Terram in medio relinquere forsitan videtur, quia fide dignum non ex perspicuo sed magis ex rationibus existimant. Putant enim ad hoc quod maxime honorabile est maxime honorabilem locum pertinere, ignem quidem honorabiliorem quam terram esse, terminum vero quam medium atque extremum ac medium terminum. Cum ergo sic existiment, ignem magis in dimidio globi stare quam terram. Praeterea Pythagorei vero, cum maxime omnium quod maxime venerabile sit curari deceat, cum hoc quidem medium sit, Iovis curam ignem hunc qui regionem habet appellant.

 

Ai più forse non sembrerà necessario lasciare la Terra collocata in posizione centrale, perché giudicano cosa sia degno di fede non in base alle osservazioni, quanto piuttosto in base ai ragionamenti logici. Pensano infatti che all’entità di maggior prestigio spetti la posizione di maggior rilievo, che il fuoco debba godere di maggior considerazione della terra, l’estremità dell’intermedio, l’estremo del medio. Dal momento, dunque, che questa è la loro opinione, pensano che debba essere il fuoco ad essere collocato al centro, più che la terra. Poi i Pitagorei, cui soprattutto sta a cuore che ciò che massimamente è onorabile venga riverito, chiamano “protezione di Zeus” questo fuoco che riempie la porzione di cielo.