IL RAZIONALISMO E L’ARCHITETTURA ORGANICA

Dalla necessità dell’abitazione perfetta alla fusione fra edificio e natura

 

    Al termine della Prima Guerra Mondiale, l’Europa prostrata dal conflitto doveva affrontare gravissimi problemi di ricostruzione, cui si affiancavano il crescente boom demografico e la conseguente sempre maggiore richiesta di abitazioni. Fu per questa ragione che le avanguardie del cosiddetto " Protorazionalismo ", che, fino a quel momento, si erano dedicate alla soluzione dei problemi soprattutto astratti e di carattere meramente estetico, passarono ad occuparsi di questioni ormai imprescindibili, come la riproducibilità in grande serie, l’uso di nuovi materiali e di prefabbricati, in modo da fornire un prodotto competitivo ed economicamente possibile, dando avvio al vero e proprio Razionalismo , cioè lo sfruttamento razionale dello spazio e delle risorse disponibili.

    La prima sperimentazione di queste nuove forme architettoniche, che videro l’introduzione dei pannelli modulari di vetro e dei sostegni in acciaio o cemento, avvenne sugli edifici industriali, come testimonia il caso significativo di Walter Gropius nella realizzazione delle Officine Fagus . Proprio Gropius, che si era formato alla scuola di uno dei padri del "protorazionalismo", l’architetto tedesco P. Behrens, fondò nel 1919 , a Weimar, sulla base di queste nuove esperienze "razionaliste", il BAUHAUS, una "scuola" di architettura e di arti applicate, che non solo riuniva in una sorta di cenacolo di intellettuali alcuni dei più grandi artisti del tempo, fra cui Kandinskij e Klee, ma poneva di fatto le basi del design moderno, costituendo un centro propulsore del dibattito sull’architettura.

Un'immagine di Gropius

Di fatto, tuttavia, il Bauhaus, legato imprescindibilmente alle forti personalità degli intellettuali che lo animavano, finì più di una volta per seguire strade totalmente utopistiche dettate dalle sue avanguardie, abbandonando la via della "concretezza" che si era proposta : un esempio di questo tipo di architettura "astratta" può essere fornito dalle opere di Tatlin, di cui è famoso il monumento alla Terza Internazionale ), di Rietveld, l’architetto olandese legato al Neoplasticismo, che prediligeva le forme semplici e geometriche, o da quelle dei pittori Maleviç e Mondrian, che furono profondamente influenzati dalla ricerca della perfezione formale attraverso il bilanciamento cromatico e l’utilizzo di composizioni astratte .

Il Bauhaus partecipò a prestigiose esposizioni fra cui la Deutsche Werkbund del 1927 a Stoccarda, dove tutti gli architetti del fronte razionalista progettarono un intero quartiere come prototipo del futuro modo di abitare . Per la prima volta – se si escludono i progetti dell’architetto futurista Sant’Elia, che erano chiaramente mere utopie – nascono edifici completi di ascensore e di ogni comfort "moderno" : la prosperità ( seppur effimera – come sappiamo ) degli anni Venti rendeva possibile la realizzazione dei sogni anche più arditi dei progettisti, aiutati anche da materiali nuovi e più resistenti .

Le idee dei razionalisti, che, attraverso le Avanguardie tedesche, avevano profondamente influenzato anche l’architettura russa, finirono ben presto per scontrarsi con il nazismo in Germania, che costrinse il Bauhaus alla chiusura nel 1933, provocandone lo scioglimento e l’emigrazione dei suoi rappresentanti verso l’America : Hitler considerava tutti i brillanti esperimenti delle Avanguardie come "arte degenere" e non lasciava alcuno spazio alle idee del Bauhaus per proliferare.

Le idee dei razionalisti, tuttavia, non morirono e furono anzi portate a livelli ancora maggiori grazie all’opera di Le Corbusier, l’architetto francese che, formatosi alla scuola del Bauhaus, dopo essersi presentato da principio come utopista, si dedicò in seguito alla stesura, attraverso le sue stesse opere, di un programma metodologico estremamente deciso .

Le Corbusier , infatti, che in gioventù era stato pittore cubista, legato all’ "Esprit Nouveau" di Ozenfant, fu dapprima un architetto utopistico come Tatlin – anch’egli, infatti aveva presentato un progetto di monumento per l’edificio del Soviet Supremo, poi rifiutato – e, quando infine abbandonò questa fase giovanile per dedicarsi alla soluzione di problemi architettonici più concreti, non abbandonò mai la sua visione plastica delle forme e progettò ogni nuovo modello di abitazione come una scultura, non dimenticando però che la "misura" su cui ogni edificio si doveva basare era la figura umana con le sue dimensioni , cui diede il nome di Modulor : se Gropius partiva dalla geometria per ricavare forme semplici e facilmente standardizzabili e quindi riproducibili in serie per creare moduli abitativi, Le Corbusier parte sempre dalla funzione per cui l’edificio nasce - cioè l’uomo - ma non rinuncia mai ad esprimersi attraverso forme plastiche che non deturpino l’ambiente in cui sono inserite . Significativi, a questo proposito, sono i suoi edifici sospesi su piloncini (Pilotis), che sembrano galleggiare sullo spazio circostante, senza interromperlo.

 

Le Corbusier : Casa a Weissenhof

Le Corbusier : cappella a Ronchamp

Contro questo tipo di concezione di abitazione si mosse, pur partendo in origine dagli stessi presupposti del razionalismo, l’americano F. Lloyd Wright, il fondatore dell’architettura "organica": per quest’ultimo, che partiva dalla "vergine" cultura americana, in cui molto meno che in Europa pesava il confronto con il passato, la casa deve nascere nel territorio, svilupparsi dall’interno ed infine appropriarsene fino a realizzare una simbiosi perfetta con l’ambiente circostante. Wright abolisce (ma solo parzialmente, in realtà) il razionalismo geometrico, preferendogli la fluidità e la continuità delle linee, che partendo dall’edificio devono penetrare nella natura fino a confondervisi ed il ritorno a forme primitive e semplici.

Più precisamente Wright poneva alla base della sua architettura organica il corretto rapporto tra individuo, spazio architettonico e natura circostante : estremamente significativa per chiarire questo concetto è la realizzazione della celeberrima "casa sulla cascata" a Bear Run, dove si comprende come l’edificio non solo sia totalmente immerso nell’ambiente, ma sembri anche emergerne come se ne costituisse una vera e propria "estensione". Wright, tuttavia, presto ampliò le sue idee anche a progetti di edifici cittadini, semplicemente sostituendo alla fusione con la "natura circostante" un più generico, ma ugualmente valido, "ambiente circostante" : ne è esempio il famoso museo Guggenheim a New York, che di nuovo sembra emergere, quasi "vivo", dalle abitazioni che lo attorniano, giustificando appieno il termine "architettura organica".

Wright : Casa a Bear Run

Le idee del razionalismo, infine, seppur filtrate da una patina di "mediterraneismo", come hanno detto i suoi detrattori, arrivarono anche in Italia e furono espresse soprattutto dal "Gruppo 7 " , nato a Roma nel 1928 e guidato da Terragni. Proprio a Terragni si deve la realizzazione dell’edificio che meglio esprime le tendenze del razionalismo italiano e che certamente è la manifestazione più nota , seppur pesantemente influenzata dalle richieste dell’ideologia del Regime : la Casa del Fascio a Como , anche se non mancano altri esempi famosi, dalla stazione ferroviaria di S.Maria Novella a Firenze (opera di Michelucci), all’Università Bocconi di Milano (opera di Pagano, direttore dal 1933 della rivista Casabella, dalle cui pagine condusse un’accesissima polemica contro l’arte di regime ed a favore dell’architettura moderna, fino alla deportazione nel lager di Mauthausen, dove morì nel 1945).