La Questione Omerica 

Introduzione

    La tradizione classica attesta che la più antica redazione scritta dell’Iliade e dell’Odissea fu realizzata nel VI secolo a.C. ad Atene per iniziativa del tiranno Pisistrato e di suo figlio Ipparco: si trattava di quella che potremmo definire una sorta di edizione ufficiale, che ebbe infine il sopravvento col sulle altre già esistenti. A partire dal III secolo a.C. e fino al 150 a.C., vennero edite delle edizioni critiche dei due poemi, ad opera di filologi alessandrini, come Zenodoto di Efeso, Aristofane di Bisanzio e Aristarco di Samotracia, che lavoravano nell’ambito di grandi istituzioni culturali come la Biblioteca e il Museo, sorte ad Alessandria d’Egitto su espresso desiderio dei sovrani della dinastia Tolemaica. I filologi si occuparono di ripartire Iliade e Odissea ciascuna in ventiquattro libri, esattamente quante erano le lettere del nuovo alfabeto attico, ed impiegarono le maiuscole per la prima opera e le minuscole per la seconda: le comodità di consultazione, di citazione e di rimando furono subito evidenti. Il lavoro di questi studiosi consistette sostanzialmente in un'opera di rigorosissima conservazione, volta a conservare inalterate nel testo anche parti di autenticità dubbia, limitandosi tuttavia a contrassegnarle mediante un segno grafico speciale, l’obelos. I filologi si occuparono anche del delicato lavoro di atetesi, cioè di espunzione dei versi spuri.  Sebbene la loro opera risultò infine davvero fondamentale per la preservazione del testo omerico, i filologi alessandrini contribuirono tuttavia a distruggerne definitivamente il carattere originario di poesia destinata alla recitazione e quindi indissolubilmente legata all’oralità. Dalla coesistenza di questi due elementi, redazione pisistratea e composizione orale, oltre che dall’incertezza dei dati sulla composizione, ed insomma da tutta la serie di problemi connessi all'origine ed all'autore dei due poemi, prese avvio e venne a svilupparsi la cosiddetta questione omerica, che, malgrado l’opera di molti studiosi, resta a tutt’oggi un problema in gran parte insoluto.