L'Eucarestia

 

    Dal raffronto, dunque, tra le narrazioni evangeliche ed il testo di Petronio  emerge una somiglianza che si può correttamente considerare non fortuita e che, come tale, merita un’interpretazione. Dal tono che si può riscontrare nel romanzo petroniano è possibile cogliere un intento ironico e parodistico da parte dell’autore del Satyricon nei confronti degli episodi del Vangelo. Se si ammette da parte di Petronio la conoscenza del Vangelo di Marco e la volontà di parodiarlo, diventa interessante l’analisi di altri passi del romanzo da considerare sotto questa luce : in particolare, in Satyricon 141, Eumolpo, compagno di avventure del protagonista, durante il soggiorno a Crotone dichiara di possedere una favolosa eredità e manifesta la sua intenzione di lasciare tutte le sue sostanze a coloro che mangeranno delle sue carni una volta morto (141,2 : “Omnes qui in testamento meo legata habent... hac condicione percipiant quae dedi, si corpus meum in partes conciderint et astante populo comederint”). In un quadro di ripresa parodistica del messaggio cristiano, questa strana pretesa di Eumolpo si rivelerebbe un’allusione abbastanza chiara all’Eucarestia.

Un rimando beffardo alla Resurrezione si potrebbe poi ritrovare nel celeberrimo episodio della matrona di Efeso, che narra del trafugamento del corpo di un crocefisso e dell’apparente miracolo di un’animazione dopo la morte.  Oltre ad alcune evidenti somiglianze con il Vangelo, è opportuno notare che al tempo di Nerone vigeva nei confronti dei Cristiani l’accusa di aver trafugato la salma di Gesù. Infine, fa sicuramente riflettere un passo in cui Circe, ancella della matrona che si è innamorata del protagonista Encolpio, mostra di disprezzare profondamente le persone che finiscono in croce ed afferma di volerle lasciare alle matrone che “flagellorum signa osculantur”, che amano baciare le cicatrici lasciate dai flagelli.

Queste probabili parodie petroniane delle narrazioni evangeliche sono dunque significative per comprendere l’atmosfera della corte di Nerone nel momento dell’incendio del 64 : se la politica imperiale, cui Petronio almeno temporaneamente si allineò, era improntata in quegli anni a profonda ostilità verso i seguaci della nuova fede, gli oppositori di Nerone sembrano essere stati invece simpatizzanti - come ho già avuto modo di sottolineare - dei Cristiani. Seneca, dopo il secessus, mostra certe affinità di pensiero con questi ultimi, specialmente con Paolo, e Persio sembra addirittura presentare un’eco paolina nell’espressione “scelerata pulpa (Pers. Sat. II, 63), che la Sordi riconnette al concetto paolino di carne.

L’opposizione a Nerone contava, in effetti, molti stoici, accomunati ai Cristiani nelle accuse di tristitia, di inertia e di rifiuto del culto imperiale ; Cristiani e stoici furono perseguitati insieme sotto Nerone : l’autore del Satyricon, se va identificato con il Petronio di cui Tacito narra la morte (Annales XVI,18), non partecipò evidentemente a questo tipo di opposizione.

Indice

Andrea Zoia

    

Bibliografia