La Basilica Nova o Maggiore

ovvero Santa Tecla

    Il suo particolare orientamento, da est ( l'altare ) a ovest ( l'entrata ), dettato dalla simbologia della luce solare, sembra quasi anticipare - e forse anche influenzò - il futuro orientamento delle strade di Milano, caratterizzate da una struttura a ragnatela.

Ubicata nell'area del sagrato del Duomo, sorse, a quanto pare, per iniziativa del Vescovo di Milano, Ambrogio: si trattava di una chiesa imponente, a cinque navate, lunga ben 68 metri, esclusa l'abside.

Per visitare quanto rimane della Basilica di Santa Tecla e del Battistero, occorre scendere una scaletta all'interno del Duomo, a destra rispetto alla porta principale.

Indice

 

Il Battistero di San Giovanni alle Fonti

 

Il battistero ottagonale di San Giovanni alle Fonti

    Il Battistero era composto da un edificio ottagonale di circa 20 metri di diametro, dotato di quattro ingressi. Al centro stava una vasca ottagonale, profonda 80 centimetri e rivestita da marmi bianchi: la sua alimentazione è documentata da un canale che, attraversando un condotto di laterizi, immetteva poi l'acqua nella vasca, sul fondo della quale si innestava un canale di scarico.

Sia la Basilica di Santa Tecla che il Battistero esistevano già prima della venuta a Milano dell'imperatore Massimiano ed attualmente si trovano sotto la linea della metropolitana, all'altezza della fermata Duomo.

All'intervento del Vescovo Ambrogio si dovettero inoltre la costruzione della Basilica delle Sante Vergini (San Simpliciano) a nord, della Basilica del Salvatore (S. Dionigi) a est, a sud della Basilica Apostolorum (S. Nazaro), a ovest della Basilica Martyrum (Sant'Ambrogio). Nessuna di queste chiese ci è purtroppo giunta conservata nelle sue forme originali.

Indice

 

Le Necropoli

Un'iscrizione Cristiana raffigurante due pesci

    Le sepolture tardoromane sono poste, come del resto quelle della prima età imperiale, lungo i principali assi viarii. Mancano tuttavia testimonianze sepolcrali lungo la strada per Comum (Corso Garibaldi), lungo il Cardo Maximus (via Manzoni) e lungo il percorso verso Bergomum (Corso Venezia).

Lungo il Decumano Massimo ( Corso di Porta Romana ), l'area di San Nazaro e le zone limitrofe fino a via Santa Sofia sono caratterizzate da nuclei di tombe, che si ritrovano anche sull'area dell'attuale Policlinico. Sull'attuale Corso Italia sono state scoperte delle tombe ad inumazione, presso le chiese di S. eufemia e di S. Celso. Le lapidi ritrovate testimoniano la presenza a Milano di commercianti, carpentieri, calzolai, fabbri ferrai, tessitori, grossisti di vino, trasportatori a dorso d'asino, agenti di commercio.

Le necropoli fuori città servivano probabilmente per il ritrovo dei Cristiani prima dell'Editto di Costantino (Editto di Milano, 313 d.C.): dopo quella data venne avviata la costruzione delle Basiliche ed il ritrovarsi in segreto non fu più necessario. Alla fine del III secolo possiamo far risalire la necropoli situata lungo l'attuale Corso di Porta ticinese, come pure quella sull'area poi occupata dalla chiesa di S. Eustorgio.

Particolarmente ricca di testimonianze è l'area di Piazza Sant'Ambrogio: essa aveva una destinazione funeraria fin dal primo secolo d.C. . Ospitò successivamente cimiteri paleocristiani, il cui sviluppo venne favorito dalla fondazione della Basilica ambrosiana. Poco più ad ovest, lungo via S. Vittore, si estendeva un'altra necropoli.

Indice