La via porticata e l'Arco Onorario

    Nel IV secolo si assistette ad una grandiosa risistemazione di tutto il Decumano Massimo (oggi Corso di Porta Romana), con la costruzione, all'esterno delle mura, di una via porticata lunga 600 metri e di un Arco onorario, che dovevano costituire l'accesso monumentale alla città per chi vi giungesse provenendo da Roma. La strada, lastricata, aveva una larghezza di nove metri ed i portici laterali, dotati di locali retrostanti (presumibilmente botteghe), dovevano essere edificati completamente in laterizio.

La quantità rilevante di intonaci dipinti - ritrovati malauguratamente in frammenti di minuscole dimensioni - suggerisce che molti ambienti dovevano essere anche affrescati.

Sotto la via porticata è documentata l'esistenza di una fognatura, parallela alla strada, in cui confluivano lateralmente gli scarichi delle botteghe.

La grandiosa opera viene oggi interpretata come palese propaganda politica da parte dell'imperatore Graziano, che nel 381 d.C. stabilì la sua residenza a Milano, dando il via ad una politica di collaborazione - e a tratti di contrapposizione - nei confronti del Vescovo Ambrogio, che proprio in quegli anni avviava la costruzione delle quattro basiliche, collocate in posizione "strategica" lungo i principali assi viarii della città. Dobbiamo immaginare la via porticata come possono apparire le odierne Corso Buenos Aires o Corso Vercelli.

La via porticata terminava poi con un arco in marmo (arco di Giano od arco Trionfale), che doveva essere collocato all'attuale incrocio tra Porta Romana, Lamarmora e Vigentina.

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Il palazzo dell'Imperatore  

    Il palazzo imperiale era situato tra Porta Vercellina e Porta Ticinese, nell'ampia area delimitata dal Circo e dalle vie principali della città: il Decumano, che corrisponde alle odierne vie S. Maria alla Porta e S. Maria Fulcorina, ed il Cardo ( via Torino ). Scarsi e frammentari sono i resti riferibili al complesso del palazzo: imponenti murature in piazza Mentana ed un edificio a pianta centrale in via Brisa, che probabilmente era il settore di rappresentanza del palazzo stesso.

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Le Terme

 

Sala di un impianto termale romano

    Nell'area compresa tra Corso Vittorio Emanuele e Corso Europa, su di una superficie di circa 14500 metri quadrati si estendeva il grandioso complesso delle terme, conosciuto come Terme Erculee, dal nome dell'imperatore, Massimiano Erculeo.

Nell'imponente struttura si annidavano e concatenavano calidarium, tepidarium e frigidarium, palestre e spogliatoi, corridoi riscaldati ed ipocausti per il benessere dei clienti, ed i pavimenti dovevano essere decorati con lastre di marmo oppure a mosaico. Nel corso dell'Ottocento è stato anche rinvenuto un grande busto di Ercole, chiaro riferimento a Massimiano Erculeo, il cui appellativo divinizzante venne assunto al momento della nomina ad Imperatore, quando Diocleziano riservò per sè quello di "Iovius": tale busto faceva sicuramente parte dell'arredo decorativo di una della grandi sale del complesso termale.

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Horrea

 

    Si trattava di un edificio a pianta rettangolare, di 18 metri per 68, di cui conserviamo tratti delle mura perimetrali nelle attuali cantine dello stabile di via Bossi al numero 4, tra via Bossi e via Lauro. L'edificio era suddiviso al suo interno in quattro navate grazie a tre file di pilastri, e probabilmente aveva un cortile aperto.

Questa costruzione era destinata alla conservazione delle derrate alimentari destinate alle truppe, e nelle altre città romane era collocata usualmente in prossimità di importanti vie di comunicazione e presso approdi fluviali per facilitare la distribuzione ed il trasporto dei prodotti ivi conservati.

L'Horrea di Mediolanum si trovava anch'esso non lontano dalla cerchia muraria urbana, lungo la via che, attraversata la Porta Comasina, puntava verso Comum, mettendo in comunicazione Mediolanum con la regione dell'Alto Reno e del Danubio.

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