MHNIS, ERIS, DIOS BOULH : Distinzioni formali e concettuali

    L’ira di Achille ha un significato completamente diverso da quella dei mortali (eriw), perchè il vocabolo greco mhniw

è caratteristico solo dei personaggi divini : possiede una sua propria carica espressiva, che si perde in italiano, che non ha confronti  nel pur grande o duraturo rancore umano: "Achille’s anger is, of course, litterally akind of divine wrath” (J.Redfield - Classical Philology) .

Una delle più famose espressioni presenti all’interno dell’Iliade é la famosa volontà di Zeus - Dios boulh .

E’ necessario definirne il valore mitologico in rapporto allo sviluppo successivo della narrazione, perché anche su di essa si è esercitata l’indagine degli esperti, suscitando non poche peplessità sul suo vero significato .

Secondo Redfield sono possibili cinque diverse interpretazioni, ma è anche possibile che nessuna di esse coincida con l’idea omerica della stessa :

1) Spiegherebbe l’affermazione iliadica Rothe in questo modo: “qualunque cosa gli uomini facciano, essa avviene unicamente per volontà di Zeus”    - molto poco probabile, secondo le critiche dei moderni.

2) La seconda interpretazione, accolta e testimoniata all’inizio delle Ciprie, concepisce il disegno di Zeus come atto a ristabilire il minacciato equilibrio cosmico, e tutta la guerra troiana come espediente per alleggerire la terra dall’eccessivo peso degli uomini . Questa interpretazione, tuttavia, non trova alcun riscontro nel testo omerico : nel poema la contesa è il risultato di un errore umano e non certamente di un disegno divino .

3) La terza interpretazione -quella corretta, probabilmente- coincide con l’opinione di Aristarco e Aristofane, secondo la quale la “volontà” era in fondo quella di Teti, che Zeus aveva fatto propria, allo scopo di dare soddisfazione ad Achille . In altre parole il disegno di Zeus scaturisce dalla promessa fatta, a malincuore, dal dio a Teti, di onorare suo figlio : concetto che viene ripreso lungo tutta la vicenda iliadica (Pagliaro).

La sua interpretazione mette in rilievo non solo che “il disegno di Zeus nacque in rapporto all’ira di Achille”, ma anche che “la volontà del dio avrebbe cominciato a manifestarsi solo dal momento in cui scoppiò il dissidio fra Achille ed Agamennone”. L’ira del Pelide diventa la causa scatenante del nuovo corso degli eventi.  

4) La quarta interpretazione della Dios boulh si richiama alla trovata finale delle Ciprie, secondo la quale Zeus avrebbe allontanato Achille dal campo di battaglia  per dar sollievo ai Troiani . Questa ipotesi è poco credibile e si basa solo sul fatto che il poeta delle Ciprie ha chiuso, in un tentativo di imitazione, il suo poema come se esso fosse l’anello di connessione fra Iliade ed Odissea .

5) La quinta, e improbabile, interpretazione (Redfield) connette gli eventi dell’Iliade ad un responso oracolare, secondo il quale essi sarebbero il compimento  di una volontà espressa di Zeus . La contesa fra gli eroi Achei suscita gioia nel cuore di Agamennone, perchè una profezia divina ispirata da Zeus gli avrebbe annunciato che la caduta di Troia sarebbe avvenuta dopo un litigio fra gli eroi più valorosi .

A proposito della struttura e dei temi trattati nel proemio si sono espressi molti critici, con pareri a volte totalmente discordanti ; ad esempio, Croiset afferma : “Non ci si può trattenere dall’osservare  che il vero sviluppo del poema appare nel proemio solo in forma molto imperfetta . Niente annuncia in questa sorta di riassunto preliminare i grandi temi che ne riempiranno la seconda metà, la morte di Patroclo, il ritorno di Achille, la sua vittoria su Ettore” . Queste parole dichiarano, in sostanza, l’insufficienza contenutistica e funzionale del proemio iliadico rispetto al poema stesso, e rappresentano la base di un giudizio storico . “Questi versi, in ragione della loro stessa scarsa precisione, non possono essere stati composti da un aedo per servire da introduzione  al poema  dopo il suo componimento definitivo”.

D’altra parte, Lenz afferma che il proemio omerico presenta l’azione in uno scorcio appropriato, senza doverne dare un sommario completo.   

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