L'organizzazione militare nell'Alto Impero

I successori di Augusto

 

Gli ausiliari

Le legioni, come detto, erano dislocate principalmente nelle regioni di frontiera dell'impero, nelle "zone calde" dove la necessità di intervento ed il bisogno di imporre una presenza forte erano massime. Gli ausiliari dovevano essere - nelle intenzioni - truppe più versatili: il loro reclutamento avveniva presso popolazioni vicine alle frontiere ed abituate ai combattimenti. Alcune di queste truppe erano affiancate alle legioni, altre invece godevano di piena autonomia operativa. Sappiamo che Domiziano portò la loro paga a 200 denari per i cavalieri e 100 denari per i fanti e che imperatori successivi ne aumentarono la retribuzione, anche se ignoriamo in che proporzioni. Anche il numero esatto di tali unità, la cui composizione - come detto - variò largamente nel corso del tempo, è poco conosciuto: tuttavia, non si può smentire l'affermazione che gli ausiliari svolsero un ruolo di primaria importanza a fianco delle legioni nel difendere l'impero e nell'espanderne i confini.

La marina

I primi due secoli dell'Era Volgare videro il rafforzamento anche della marina da guerra dell'impero, che - oltre alle basi già consolidate nel bacino del Mediterraneo - stabilì nuove posizioni strategiche per il dominio dei mari e la protezione delle coste: ad Alessandria per il Mediterraneo Orientale e a Boulogne per il controllo della regione e per supervisionare il traffico navale diretto in Britannia. Anche il dominio dei fiumi fu riaffermato con forza: si decise un controllo continuativo del Reno e del Danubio (fatto quest'ultimo che consentì di agevolare notevolmente l'opera di conquista della Dacia sotto Traiano e poi le campagne militari condotte da Marco Aurelio). Alcune basi navali vennero create appositamente per la stabilizzazione di regioni appena conquistate, come fu il caso dell'Eufrate, che servì come base d'appoggio per il controllo della Mesopotamia sottomessa da Settimio Severo.

I vertici militari

L'esercito nella sua interezza era sotto il comando di cittadini di Roma, senatori o cavalieri, e la "lingua ufficiale" in cui gli ordini venivano impartiti era il latino. Il comando di ogni legione era affidato ad un legatus, un senatore di rango pretoriano, la cui esperienza militare si limitava al tribunato laticlavio svolto all'interno dello stato maggiore di una legione come esercizio preparatorio per la carriera senatoriale. Tutti gli altri corpi militari erano invece affidati a membri dell'ordine equestre. Per prepararsi al comando, i cavalieri svolgevano servizio come tribuni angusticlavi nello stato maggiore di una legione, potevano prendere la prefettura di una coorte e la prefettura di un'ala dei corpi ausiliari, nel quadro della carriera dell'ordine equestre. Alla fine della carriera i cavalieri potevano comandare le coorti dei vigili e le coorti pretoriane, in qualità di prefetti. L'Egitto faceva eccezione: le legioni in tale provincia erano comandate da prefetti dell'ordine equestre. Identica soluzione fu poi adottata da Settimio per tre legioni partiche (Parthica, di cui due dislocate in Mesopotamia ed una ad Albano, in Italia, per la prima volta nella storia di Roma) da lui costituite.

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