Le prime espansioni di Roma

     Ben presto la fame di terre portò inevitabilmente Roma a scontrarsi con le città e le popolazioni confinanti per poi riuscire ad imporre il proprio dominio sull'intera penisola italiana. Una delle prime città a cader vittima dell'espansionismo romano fu Veio: i Veienti ed i Romani si odiavano reciprocamente ed entrambi miravano alla città di Fidene, dove erano situate le proprietà terriere agricole della gens Fabia. Nel 477 a.C. i Fabii con i loro clientes difesero personalmente le proprie terre dall'assalto dei Veienti in un epico scontro: alla fine più di 300 Fabii rimasero sul campo. Nel 396 a.C. Furio Camillo guidò i Romani alla presa di Veio, ma gli abitanti di Fidene, piuttosto di consegnarsi al nuovo vincitore, si diedero fuoco.

 

Lo scontro con i Galli

    Dopo Veio, i Romani ebbero a scontrarsi con i Galli, che provenivano dalla civiltà di La Têne ed erano penetrati in armi nella Pianura Padana. Nel 390 a.C. il capo gallico Brenno assaltò la città di Chiusi. I Romani tentarono invano la difesa della propria città, che venne infine presa e saccheggiata dai Galli: solo il Campidoglio riuscì a resistere, salvato - come vuole il celebre episodio raccontato da Livio - dalle oche che non si fecero ingannare dal silenzioso attacco a sorpresa del nemico e svegliarono con i loro schiamazzi i difensori ( 387 a.C. ). I Galli accettarono un riscatto in oro e si ritirarono: la leggenda vuole che Brenno barò sul peso d'oro richiesto e, quando i Romani fecero per protestare, egli rispose con un motto rimasto poi celebre: vae victis, guai agli sconfitti! Furio Camillo, tuttavia, provvide alla ricostruzione della città. 

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