Senofonte, Anabasi

 

 

L'incontro con i Carduchi (Anabasi IV,1 5-8)

Testo originale

Quando poi si era giunti verso l’ultimo turno di guardia, e restava tanto della notte da attraversare al buio la pianura, allora, alzatisi ad un segnale giungono avanzando, sul far del giorno, ai piedi del monte. Là Chirisofo comandava l’avanguardia dell’esercito con il suo reparto e tutti i soldati armati alla leggera, poi seguiva Senofonte con gli opliti della retroguardia, senza nemmeno un soldato armato alla leggera: infatti sembrava non esserci alcun pericolo che qualcuno, mentre essi salivano, li attaccasse alle spalle. E Chirisofo si arrampica sulla vetta prima che alcuni dei nemici se ne accorgano, poi continuava a procedere, e la parte dell’esercito che superava la vetta seguiva via via verso i villaggi che si trovavano fra le gole e le infossature dei monti. Allora i Carduchi, abbandonate le proprie abitazioni, con le mogli ed i figli, fuggivano per i monti. Era dunque possibile procurarsi molti viveri, e le case erano anche fornite di innumerevoli oggetti di bronzo, nessuno dei quali i Greci portarono via, e non inseguirono gli uomini, avanzando con circospezione, caso mai i Carduchi li volessero lasciar transitare come attraverso un paese amico, essendo i Greci nemici del re.

 

Un'imboscata (Anabasi IV, 1 9-12)

Testo originale

Tuttavia prendevano i viveri quando qualcuno vi si imbatteva: ve ne era infatti la necessità. Ma i Carduchi non rispondevano, sebbene i Greci li chiamassero, nè davano prova di amicizia. Anzi, mentre gli ultimi dei Greci scendevano verso i villaggi dalla vetta mentre era già buio – infatti, dal momento che il sentiero era stretto, l’ascensione e la discesa presero loro un giorno intero – i Carduchi, raccoltisi in quel momento, si gettavano su questi ultimi, ne uccisero alcuni e li ferirono gravemente con pietre e frecce, pur essendo in pochi: l’esercito greco, infatti, si imbatté in loro all’improvviso. Se invece in quel momento fossero stati raccolti in numero maggiore, il grosso dell’esercito avrebbe rischiato di finire massacrato. E per quella notte, così, si accamparono all’aperto nei villaggi: i Carduchi, invece, accendevano molti fuochi tutt’intorno sui monti, e si tenevano in collegamento gli uni con gli altri.

 

I Greci abbandonano in fretta la regione (Anabasi IV, 1 12-14)

Testo originale

Poi, allo spuntare del giorno, ai comandanti ed ai capitani dei Greci, che si erano radunati, parve bene partire, conservando le bestie da soma indispensabili e più robuste, dopo aver abbandonato le rimanenti, e di lasciar liberi tutti i prigionieri catturati di recente nell’esercito. Rendevano infatti lenta la marcia le bestie da soma ed i prigionieri, che erano numerosi, e molti, addetti alla loro custodia, non potevano prendere parte ai combattimenti. Era inoltre necessario procurarsi e trasportare doppie razioni, dato che gli uomini erano molti. Poichè, dunque, questa disposizione parve opportuna, ordinarono di fare così. Mentre poi, fatta colazione, si mettevano in marcia, i comandanti, trattenuti i soldati in una gola, se scoprivano che qualcuna delle cose dette non era stata abbandonata, la toglievano, ed i soldati obbedivano. E per quel giorno avanzarono in quel modo, ora combattendo ad episodi, ora anche riposandosi.