Senofonte

Anabasi

 

Come Senofonte si aggregò all'impresa di Ciro (Anab. III, 1 4-7)

Testo originale

C’era poi nell’esercito un tale Senofonte di Atene, che, pur non essendo nè comandante, nè capitano, nè soldato, accompagnava la spedizione, anzi fu Prosseno a mandarlo a chiamare dalla patria, poichè era un suo ospite di vecchia data: gli prometteva, se fosse venuto, di farlo diventare amico di Ciro, che egli diceva di ritenere per sé più importante che la patria. Dunque Senofonte, letta la missiva, comunica all’ateniese Socrate il suo viaggio. E Socrate, temendo che fosse un motivo di biasimo da parte della città diventare amico di Ciro, dal momento che sembrava che Ciro potesse volentieri portar guerra ad Atene con l’aiuto degli Spartani, consiglia a Senofonte di andare a Delfi e di rivelare al dio il suo viaggio. Senofonte, dunque, recatovisi, chiese ad Apollo facendo sacrifici a quale degli dei e rivolgendo preghiere a chi avrebbe potuto compiere meglio e nel modo più opportuno il viaggio che aveva in mente e sarebbe tornato sano e salvo dopo aver avuto fortuna. Allora Apollo gli indicò gli dei ai quali doveva fare sacrifici.

 

Senofonte raggiunge la spedizione (Anab. III, 1 7-9)

Testo originale

Tornato ad Atene, riferisce il responso a Socrate. Ed egli lo rimproverò, dopo aver ascoltato il responso, di non aver posto prima questa domanda, se fosse meglio viaggiare o restare, ma di aver chiesto responsi, pensando di dover viaggiare, per poter viaggiare al meglio. Disse: “dal momento che hai posto una domanda del genere, è necessario fare ciò che il dio ti ordinò”. In tal modo Senofonte, offerti i sacrifici a chi il dio gli aveva indicato, salpò, e raggiunse Prosseno e Ciro a Sardi, quando erano già in procinto di iniziare il viaggio verso l’interno, e fu presentato a Ciro.

 

I Greci capiscono il vero obiettivo della spedizione (Anab. III, 1 9-11)

Testo originale

Poichè dunque Prosseno desiderava che restasse, e Ciro anche, disse che, non appena fosse giunta a termine l’impresa, lo avrebbe rimandato a casa. Si diceva tuttavia che l’esercito si fosse armato contro i Pisidi. Si arruolò, dunque, ingannato proprio in questo modo; non da Prosseno: infatti, quest’ultimo non sapeva della spedizione contro il re, nè ne era al corrente alcun altro, fatta eccezione per Clearco; quando tuttavia partirono alla volta della Cilicia, a tutti fu chiaro che l’esercito era in marcia contro il re. Benché, tuttavia, temessero il viaggio e lo facessero controvoglia, ugualmente la maggior parte di loro lo seguì, mossi dalla vergogna l’uno nei confronti dell’altro e di Ciro. Ed uno di essi era Senofonte.