Tacito 

Annales

 

Liber I, 16-17

Percennio

 

Si trovava nell'accampamento un certo Percennio, un tempo a capo delle claques pagate ai teatri, poi soldato semplice, insolente ed esperto nell'istigare rivolte popolari grazie alla sua passione per gli attori. Costui incitava, poco a poco, con discorsi tenuti di notte o sul far della sera, i soldati che erano inesperti e chiedevano quali sarebbero state le condizioni di vita per l'esercito dopo la morte di Augusto e, allontanati i pił esperti, radunava tutti i peggiori elementi. infine, quando furono disponibili anche altri complici per la rivolta, chiedeva loro, col tono di chi si appresta a fare un discorso pubblico, per quale motivo obbedissero come schiavi ai pochi centurioni ed al numero ancor pił esiguo di tribuni. Quando avrebbero osato chiedere dei cambiamenti, se non supplicavano o attaccavano in armi l'imperatore ora che si trovava ad essere appena eletto ed ancora indeciso? Avevano sbagliato abbastanza per tanti anni a non fare nulla, dato che sopportavano 30 o 40 anni di servizio militare, vecchi e per lo pił con il corpo mutilato dalle ferite. Nemmeno per i congedati aveva termine il servizio militare, anzi dovevano svolgere le medesime fatiche, solo chiamate con un nome diverso, accampandosi come vessillarii. E se qualcuno fosse riuscito a scampare a tutte queste sventure rimanendo ancora in vita, veniva trascinato in diverse regioni, dove i soldati ricevono, col nome di "campi", paludi melmose e montagne senza vegetazione.

 

Testo originale

 

XVI [...]   Erat in castris Percennius quidam, dux olim theatralium operarum, dein gregarius miles, procax lingua et miscere coetus histrionali studio doctus. Is imperitos animos et quaenam post Augustum militiae condicio ambigentis inpellere paulatim nocturnis conloquiis aut flexo in uesperam die et dilapsis melioribus deterrimum quemque congregare.
XVII. Postremo promptis iam et aliis seditionis ministris uelut contionabundus interrogabat cur paucis centurionibus paucioribus tribunis in modum seruorum oboedirent. Quando ausuros exposcere remedia, nisi nouum et nutantem adhuc principem precibus uel armis adirent? satis per tot annos ignauia peccatum, quod tricena aut quadragena stipendia senes et plerique truncato ex uulneribus corpore tolerent. Ne dimissis quidem finem esse militiae, sed apud uexillum tendentis alio uocabulo eosdem labores perferre ac si quis tot casus uita superauerit, trahi adhuc diuersas in terras ubi per nomen agrorum uligines paludum uel inculta montium accipiant.