Tacito 

Annales

 

I liberti informano Claudio dello scandalo ( XI, 29 )

29. In un primo tempo Callisto, di cui ho già trattato in relazione alla morte di Gaio Cesare, e Narcisso, l'organizzatore dell'assassinio di Appio, e Pallante, che in quel momento godeva di un particolare favore presso Claudio, pensarono se non occorresse staccare, con segrete minacce, Messalina dall'amore di Silio, chiudendo gli occhi sul resto. Ma poi, nel timore di procurarsi la rovina con le proprie mani, desistettero, Pallante per viltà, Callisto per le esperienze fatte nella precedente corte e sapendo che è più sicuro il potere fondato sulla cautela che non sui gesti radicali. Persistette solo Narcisso, con l'unica modificazione del piano, quella di non dire una parola che potesse far capire in anticipo a Messalina l'accusa e l'accusatore. Spiava dunque l'occasione e la colse nel prolungato soggiorno di Claudio ad Ostia: con doni, promesse e col miraggio che la loro influenza sarebbe cresciuta, se la moglie fosse stata tolta di mezzo, spinse alla delazione due cortigiane, ai cui abbracci il principe s'era abituato.

Testo originale

XXIX. Ac primo Callistus, iam mihi circa necem G. Caesaris narratus, et Appianae caedis molitor Narcissus flagrantissimaque eo in tempore gratia Pallas agitauere, num Messalinam secretis minis depellerent amore Silii, cuncta alia dissimulantes. Dein metu ne ad pemiciem ultro traherentur, desistunt, Pallas per ignaiam, Callistus prioris quoque regiae peritus et potentiam cautis quam acribus consiliis tutius haberi: perstitit Narcissus, solum id immutans ne quo sermone praesciam criminis et accusatoris faceret. Ipse ad occasiones intentus, longa apud Ostiam Caesaris mora, duas paelices, quarum is corpori maxime insueuirat, largitione ac promissis et uxore deiecta plus potentiae ostentando perpulit delationem subire.

 

Claudio riceve la delazione di due prostitute ( XI, 30 )

30. Dunque appena Calpurnia - questo il nome della cortigiana - ebbe occasione di appartarsi con lui, si prostra ai piedi di Cesare e gli dice apertamente che Messalina ha sposato Silio; subito a Cleopatra, che non aspettava altro, chiede se avesse saputo qualcosa. Al cenno affermativo di lei, chiede che sia chiamato Narcisso. Costui, domandando perdono per aver taciuto, in passato, sui Vezzii e sui Plauzi, afferma che non avrebbe denunciato l'adulterio di Silio, e tanto meno avrebbe avanzato la richiesta che restituisse la casa, i servi e gli altri ornamenti del fasto imperiale. Poteva pure goderseli, purché restituisse la moglie e rompesse  il contratto nuziale. «Non sai» disse «che si tratta del tuo divorzio? Il popolo, il senato, i soldati hanno visto il matrimonio di Silio; se non ti affretti ad agire, il marito di lei ha Roma nelle sue mani.»

Testo originale 

XXX. Exim Calpurnia (id paelici nomen), ubi datum secretum, genibus Caesaris prouoluta nupsisse Messalinam Silio exclamat; simul Cleopatram, quae id opperiens adstabat, an comperisset interrogat, atque illa adnuente cieri Narcissum postulat. Is ueniam in praeteritum petens quod ei Vettios, Plautios dissimulauisset, nec nunc adulteria obiecturum ait, ne domum seruitia et ceteros fortunae paratus reposceret. Frueretur immo his set redderet uxorem rumperetque tabulas nuptialis. "An discidium" iquit "tuum nosti? nam matrimonium Silii uidit populus et senatus et miles; ac ni propere agis, tenet urbem maritus."