Fedro

Favole

 

Muli duo

( I due muli - rielaborazione )

Due muli facevano la stessa strada, carichi di sacche per portare pesi ; uno di loro portava delle sacche piene di denaro, l'altro sacche piene zeppe di orzo. Il primo, tutto fiero per il prezioso carico, avanzava a testa alta, ostentava i sonagli luccicanti e disprezzava il compagno; quest'ultimo avanzava con passo lento e tranquillo dietro di lui. Improvvisamente da un'imboscata irruppero dei briganti: colpirono con una spada il mulo che portava il denaro, strapparono via le monete ed ignorarono il mulo carico di vile orzo. Allora quello che aveva ricevuto le ferite piangeva la sua triste sorte; il secondo invece diceva : " č andata bene a me che non sono stato ferito dai ladri e non ho perso il carico".
Con questa favoletta il nostro famoso Esopo ci ammonisce : le ricchezze suscitano le incontrollabili bramosie degli uomini; i ricchi vanno sempre incontro a grandi pericoli e talvolta ad una morte prematura; perciņ paure e dolori atterriscono la loro vita. Coloro che, invece, passano la vita in condizione modesta non suscitano l'invidia di alcun nemico ed hanno una vita sicura e tranquilla.

Testo originale

Duo muli iter idem faciebant, sarcinis gravati; unus eorum fiscos pecuniae plenos, alter saccos hordei refertos portabat. Ille, pretioso onere superbus, excelsa cervice incedebat, clarum tintinnabulum iactabat comitemque spernebat; hic post eum placidos et quietos gradus faciebat. Subito latrones ex insidiis eruperunt (da erumpo): mulum, qui pecuniam portabat, ferro vulneraverunt, nummos diripuerunt (da diripio), mulum vili hordeo onustum neglexerunt (da neglego). Tum, qui vulnera acceperat, tristem sortem suam flebat; alter autem dicebat:" Res prospere mihi evenit, quem latrones non vulneraverunt quique sarcinas non amisi".
Hac fabella Aesopus ille nos docet: impotentes hominum cupiditates divitiae excitant; divites magnis semper periculis, immaturae interdum neci sunt obnoxii; ideo angores et pavores eorum vitam terrent; qui autem in paupertate aetatem degunt, nullius inimici invidiam movent eorumque vita tuta est et placida.