Le opere di Sofocle

La tragedia delle TRACHINIE prende il nome dalle donne tessaliche di Trachis, che formano il coro. Deianira si affligge perchè da lungo tempo non riceve notizie del marito Eracle. Ha appena inviato il figlio Illo a cercarlo, quando un messo annuncia il prossimo arrivo del marito vittorioso. La notizia è confermata da Lica, che conduce con sè una schiava amata da Eracle, cioè Iole, figlia del re Eucrito. Deianira non si mostra gelosa, ma, per assicurarsi l’amore del marito, gli manda la tunica bagnata nel sangue del centauro Nesso, da lei creduta potentissimo talismano d’amore. Appena conosciuti i funesti effetti della tunica donata al marito, ella si uccide. Infine sulla scena viene portato Eracle morente: la tunica lo ha avvelenato. L’eroe maledice la moglie, ma, quando scopre la sua innocenza e scorge in quanto è avvenuto la volontà degli dei, si fa preparare il rogo sul monte Eta e comanda al figlio di sposare Iole.

 

FILOTTETE, possessore dell’arco e delle frecce di Eracle, era stato abbandonato dai Greci nell’isola deserta di Lemno, dove passa una vita solitaria, piena di privazioni e di stenti. Poichè l’oracolo ha predetto che senza le armi e le frecce di Filottete Troia non potrà essere presa, i Greci mandano Ulisse e Neottolemo, figlio di Achille, ad impadronirsi di quelle armi. Ulisse insegna a Neottolemo il modo di guadagnarsi l’animo di Filottete, che, a causa dell’iniquo trattamento subito, serba un profondo rancore contro i Greci.

L’inganno riesce, ma Neottolemo, che ha veduto i dolori dell’eroe e ne è rimasto commosso, resiste alle pressioni di Ulisse e gli restituisce l’arco. A questo punto compare Eracle, che induce Filottete a tornare al campo dei Greci, dove guarirà, ucciderà Paride e prenderà parte all’espugnazione di Troia.

 

L’EDIPO A COLONO è l’ultima tragedia di sofocle e venne rappresentato dopo la sua morte. Il vecchio Edipo, cieco, guidato dalla figlia Antigone, giunge a Colono, nel bosco sacro delle Eumenidi. Il coro, venuto a conoscenza della sua identità, gli intima di allontanarsi, ma, commosso dalle preghiere, manda a domandare consiglio a Teseo, re di Atene. Sopraggiunge l’altra figlia di Edipo, Ismene, in cerca del padre e della sorella ed annuncia che Tebe, minacciata da Polinice, non sarà salva se Edipo non torna nella città.

Mentre Edipo racconta al coro le sue sciagure. Interviene Teseo, che promette ad Edipo di proteggerlo ed il coro canta le lodi dell’Attica e di Atene. Creonte, per costringere Edipo a tornare a Tebe gli rapisce le figlie, ma Teseo restituisce le due giovani al padre. Il figlio Polinice si presenta al padre per chiedergli di favorire i nemici di Tebe, ma Edipo lo respinge, maledicendolo ed augurandogli la morte per mano del fratello.

Quando il tuono di Zeus gli annuncia la fine imminente, Edipo entra nel bosco sacro e scompare. Antigone ed Ismene vorrebbero conoscerne la tomba, ma Teseo risponde che Edipo gliene ha fatto esplicito divieto. Tuttavia promette in compenso di rendere sicuro il paese.

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