La Zecca

 Monete coniate dalla Zecca di Milano

Rarissime sono le fonti antiche che testimonino l'esistenza in Milano di una zecca, detta in latino Moneta. L'ipotesi più attendibile allo stato attuale dei fatti è quella che vuole collocare la zecca in via Moneta, toponimo antico che sembra conservare il ricordo di un ben preciso edificio che vi fosse costruito nei pressi. Oggi vi sorge la Banca d'Italia. Tuttavia, se l'ubicazione è molto oscura, della zecca romana di Milano conosciamo bene la produzione, le fasi di attività e, a partire dal III secolo d.C., l'esistenza di tre officine.

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L'edilizia privata

 

Le notizie sulle costruzioni private a Milano in epoca romana si basano quasi esclusivamente sui ritrovamenti di pavimenti. Questi ultimi si trovano in un'area ristretta del centro: via Nerino, vicolo S. Fermo, tra via Olmetto e via Amedei.

I mosaici pavimentali ritrovati testimoniano la presenza di un quartiere di lusso nel centro cittadino, collocato nelle vicinanze del palazzo imperiale, come appunto si conviene per le abitazioni della ricca borghesia che gravita attorno alla corte. Le case più ricche disponevano di acqua corrente e di riscaldamento centrale, garantito attraverso un ingegnoso sistema di aria calda che percorreva dei tubi posti sotto ai pavimenti.

Esistevano sicuramente anche le "insulae", cioè le case popolari ad appartamenti, quasi certamente edificate in legno e non in muratura, e dobbiamo immaginare che siano andate distrutta, al pari di quanto accadde a Roma. Mentre per un povero era difficile l'accesso ai quartieri dei ricchi, dobbiamo credere che non fosse difficile il viceversa: ricchi mercanti appena giunti in città o nobili decaduti che non si potessero più permettere l'affitto o la proprietà di una casa di lusso non dovevano trovare troppo disdicevole abitare in un'insula.

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Il Circo

Vicino al palazzo dell'imperatore, come accennato, sorgeva anche il Circo: la grande torre dei carceres, cioè i cancelli dai quali scattavano i cavalli durante le corse e gli spettacoli, si è trasformata nei secoli a divenire il campanile del Monastero Maggiore (Museo Archeologico di Corso Magenta).

Oggi restano visibili solo 27 metri del Circo, per un'altezza di 5, e gli attacchi delle volte che reggevano le gradinate. Anche la costruzione della struttura del Circo viene attribuita alla politica di propaganda voluta dall'imperatore Massimiano durante il suo soggiorna a Milano.

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L'Anfiteatro

    L'anfiteatro di Milano era per dimensioni più grande dell'Arena di Verona, e misurava 125 metri per 155. Sorgeva nell'area oggi compresa tra via De Amicis e via Arena. Per tutto il quarto secolo godettero di enorme favore popolare i giochi che puntualmente venivano organizzati in questi edifici, come le venationes (battute di caccia con animali esotici provenienti dalle province più remote dell'Impero) o i Ludi Gladiatorii, cui Costantino vanamente aveva tentato di porre un freno.

Anche l'Anfiteatro subì la sorte della cinta muraria, e dal materiale edilizio ricavato dal suo smantellamento venne poi ricavato quanto necessario per le fondazioni di San Lorenzo.

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